Presi il piatto che avevo iniziato e cominciai a mangiare. “Tu non mangi?” Le chiesi perplesso.
“Si, adesso ne prendo uno alle verdure. A dire il vero, ho una fame!” Rispose strappandomi un sorriso. “Colpa mia, ti ho distratta.”
“Sei una bella distrazione.” disse squadrandomi da capo a piedi. “Ti va se metto un po’ di musica?” “Magari!” Forse la musica avrebbe alleggerito la tensione che aleggiava nell'aria.
“Ti piacciono i ritmi latini?” Mi chiese incuriosita.
“Si, la mia famiglia oltre che origini indiane, ha anche origini latine. Sono anche un discreto ballerino.”
“Ma va! E quante altre cose sai fare?” Chiese entusiasta.
“Al momento non mi viene in mente nient’altro.” Dissi riflettendo sulla sua domanda.
“Allora te lo dico io: sai farmi battere il cuore.” Disse un attimo prima di baciarmi con trasporto.
Questa volta non esitai. Appoggiai il piatto e presi anche il suo dalle sue mani, l'avvicinai sollevandola di peso il più possibile al mio corpo e fu allora che lei fece il primo passo. Mi prese per il colletto della camicia attirandomi a sé, le misi una mano dietro al collo per aiutarla ad adagiarsi sul divanetto e le diedi tutto il tempo necessario per mettersi comoda. Prese nuovamente il colletto della camicia per attirarmi fra le sue braccia, facendo aderire i nostri corpi e mi baciò di nuovo con trasporto. Fece scivolare la gamba di lato e in un attimo, i nostri corpi furono un intrico indistinto di gambe e braccia che si cercavano. Quella nuova situazione mi eccitava da morire e lei con movimenti lenti si avvinghiò ancora di più a me, portando le mani sul mio fondoschiena. Quello che ci eravamo detti prima, mi aveva fatto capire molte cose. Se non voleva che facessi qualcosa, mi avrebbe fermato lei.
Le baciai il naso, le guance e con la punta della lingua scesi lungo il collo, mentre la sentivo tremare di piacere. Spostai il peso leggermente di lato e le sfiorai il seno con delicatezza, scendendo per trovare un varco nel top.
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