Estratto:
Ally lo guardò con sufficienza. «Diciamo che la parte più divertente è stata quando ho scoperto che ti chiami Brandon Brown», lo schernì. «Ma cosa hai fatto ai tuoi genitori per meritarti una simile punizione? Però, a dire il vero, mi è piaciuto anche quando provavi a fare battute. Si vede che odi il mondo, e ti riesce così male la parte del simpatico che risulti quasi tragicomico».
Quello era troppo. Non avrebbe fatto da baby-sitter a una stupida ragazzetta superficiale che si credeva al centro dell’universo. «Non dire una parola di più sui miei genitori» la aggredì, sorprendendola. «Tu non sei nessuno per permetterti anche solo di nominarli». Puntò i suoi occhi su di lei e la guardò con disprezzo. «Sei solo una ragazza viziata, ignorante, che si crede più bella di quanto non sia in realtà. Ma guardati!». Le girò intorno senza mai distogliere lo sguardo. La bocca di lei era socchiusa per la sorpresa. «Ti sei vestita tutta in tiro, come se dovessi andare in discoteca; e sei pure convinta di stare bene. Invece sei solo ridicola così conciata. Con i tacchi alti e le caviglie scoperte in mezzo a una palude». Si fermò. Attorno a loro il silenzio. Nessuno dei suoi amici osò fiatare, nemmeno la cugina. «E il bello è che la cosa più insulsa che vanti non sono nemmeno i capelli bianchi a forma di casco da moto, ma è proprio il tuo atteggiamento. Ti credi superiore agli altri? Beh, per sentirsi superiori, bisogna avere le qualità per esserlo. E tu, fidati, non le hai». Senza darle il tempo di rispondere, si allontanò stringendo le mani a pugno per il nervoso. Poco lontano vide Carl, che aveva ascoltato l’intera conversazione dal retro del gazebo.
«Ti avevo avvisato che le avrei risposto per le rime» gli disse, e lo superò.
Nessun commento:
Posta un commento