mercoledì 9 ottobre 2019

Card e l’estratto di “Take my breath away” Di Giada Grimaldi

Estratto:
La sua cura migliore erano i baci che aveva bramato per mesi. Piccoli baci dati ovunque fosse possibile, sull’orecchio, sulla guancia, sul collo.
«Dannata riabilitazione.» imprecò sfiorandole l’orecchio e la baciò di nuovo. Ma questa volta fu più aggressivo. Smanioso affondò le dita nei capelli.
«Sono più lunghi.» affermò soddisfatto. Lo aveva notato nel momento in cui si erano aperte le porte: era magnifica con quelle morbide onde con le punte dorate che incorniciavano il viso più dolce che avesse mai visto.
«Qualcuno un giorno mi ha suggerito di lasciarli crescere.» lo canzonò compiaciuta lei appoggiando la testa sulla sua spalla ma la rialzò di scatto allarmata.
«Non è che ci stanno spiando da qualche telecamera nascosta tra gli alberi?» chiese allarmata scatenando l’ilarità di Lucas che non riusciva a trattenere le risate.
«Ovviamente tesoro! Siamo pur sempre in una clinica. E poi se non ci fossero le telecamere, sta ben sicura che da un pezzo non avresti più questo maledetto vestito addosso!»
Alessia scosse la testa divertita, con le guance arrossate per l’insinuazione, prese il cellulare e fece partire “A thousand years” sperando di calmare gli animi. La melodia li abbracciò fondendoli in un’unica nuvola di magia: solo la musica, il battito dei loro cuori, carezze e baci. Lucas aprì gli occhi per perdersi semplicemente in Alessia mentre Christina Perri diceva: “Come essere coraggiosi? Come posso amare se ho paura di cadere”.
La ragazza alzò lo sguardo verso di lui percependo i suoi pensieri:
«Lo so che ti spaventa. Terrorizza anche me...tanto. Ma pare che non possiamo più fermarlo.» e lo baciò raccontandogli tutto quello che le parole non avrebbero saputo spiegare.



Estratto:
«Sono sempre sfuggito alla mia vita fino a quando non sei arrivata tu. Poi sono fuggito da te perché il vigliacco che è in me ha avuto paura di non poterti proteggere.» ma ancora non osava baciarla, la teneva solo tra le sue braccia stordendosi con il suo profumo e toccandole appena con i polpastrelli la schiena nei punti dove la canotta lasciava scoperta la delicata e morbida pelle.
Alessia non poteva credergli. Erano solo parole. Non le stava dicendo nulla, non le stava spiegando cosa avrebbe fatto per far funzionare le cose tra loro e lei non poteva permettersi di soffrire ancora. Non ne sarebbe uscita vincitrice dall’ennesima battaglia che era amare Lucas.
Ma lui ancora così sulle sue labbra, nel bel mezzo di Hyde Park, tra i passanti curiosi e sicuramente qualche fotografo, la teneva inchiodata a quegli occhi che la osservavano con la paura e la speranza che avevano la prima volta che avevano fatto l’amore.
«Ho sbagliato tutto, ma non è tardi. Permettimi di rimediare. Di dimostrartelo. Perdonami come solo tu sai fare amore mio.» la stava supplicando e Alessia emise un sospiro che lui interpretò come una resa e con un piccolo gesto fu sulle sue labbra.
Lucas dolcemente la baciò, l’accarezzò e poi si intrufolò dentro di lei assaporandola. Un sapore unico che non riconosceva se non in lei.
Alessia senza fiato, stordita e confusa rispose a quel bacio con un urgenza tale da sembrare affamata, e forse lo era. Si stava arrendendo. Ne era consapevole. Contraddittoria e debole, non riusciva a tener testa a tutto quell’amore sbagliato che come un onda la risucchiava verso il mare aperto dove sarebbe annegata. L’avrebbe ferita ancora, ma aveva irrimediabilmente bisogno di lui.

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